L'arrivo in Guyana

Les Iles du Salut
Les Iles du Salut

Cari amici, in questo sito vi ho presentato il viaggio della Boudeuse, il veliero francese a tre alberi, che è partito per una campagna di 4 anni intorno al mondo e che mi vede parte del suo equipaggio. I temi del viaggio sono legati all'ambiente e alla vita dei popoli che dipendono strettamente dalla natura. Indiani dell'Amazzonia, popolazioni che vivono lungo il Rio delle Amazzoni e il Rio Paranà, indios Mapuche dei canali della Patagonia, popoli polinesiani stabiliti su atolli che rischiano di essere sommersi dalle acque degli oceani che si innalzano a causa del riscaldamento climatico.

La prima tappa scientifica del nostro viaggio è stata la foresta della Guyana Francese, completamente sconosciuta per oltre il 60 % della sue estensione e appena esplorata per un ulteriore 30%, così che in realtà solo il 10 % dell'area forestale risulta conosciuta dagli scienziati e dai geografi. Dopo aver sostato a Lanzarote, a Dakar, e alle isole di Capo Verde, La boudeuse è giunta a Cayenne, la città più grande della Guyane. Sono 70 mila gli abitanti che vivono in questo grosso agglomerato sulla costa nord orientale del Sud America. La cittadina è conosciuta per essere stata durante il secolo XIX° e l'inizio del XX° la base dell'amministrazione coloniale del famoso "bagno penale" che accolse Dreyfus e Papillon, reso famoso dal film. Di fronte alla costa infatti, arrivando direttamente da Capo Verde, abbiamo incontrato le tre isole dove sorgono le rovine della prigione e delle strutture di reclusione dei condannati francesi. Vi si sono consumate varie atrocità.

Siamo giunti di notte, in una zona dove i fondali sono molto pericolosi ed infidi. Come la foresta che cresce sulla costa continentale anche i fondali marini di quest'area sono praticamente sconosciuti. Solo alcune aree intorno alle Isole della Salvezza (Iles du salut, così si chiama questo storico arcipelago) e il canale di ingresso al fiume Maury sono state idrografate. Quindi l'approccio è molto difficile con una nave a vele quadre che manovra con difficoltà e che ha solo un piccolo motore da utilizzare unicamente per le manovre meno importanti. L'area geografica è quella del delta dei grandi fiumi amazzonici, dal Rio delle Amazzoni all'Orinoco. Questi fiumi portano milioni di tonnellate di sabbia e fango che si depositano con una velocità incredibile davanti alle coste della Guyana creando banchi di basso fondale che si muovono giornalmente anche di diverse centinaia di metri. Alle 4 del mattino, proprio prima che iniziasse il mio turno di guardia, gettavamo l'àncora davanti alla baia del penitenziario. I cumuli bassi dell'aliseo che ci spingeva da 24 giorni passavano veloci sopra di noi nascondendo, per momenti, la luna quasi piena che illuminava la nave e le isole in vicinanza. Le ombre alternate alla luce creavano un'atmosfera inquietante.
<Fondo!> è stato l'ordine del nostromo ai ragazzi di prua non appena la Boudeuse si è fermata prua al vento nel punto esatto che avevo scelto per l'ancoraggio. E la catena ha cominciato a filare rumorosamente dall'occhio di cubia cadendo dritta sul fondo sabbioso a 25 metri sotta la chiglia.
Messe a contro (cioé in modo da ricevere il vento al contrario) le vele di mezzana hanno dato un po' di abbrivio verso dietro al veliero.
<A bracciare l'hunier volante! A bracciare l'hunier fisso!> Sébastien, il secondo ufficiale, dava l'ordine ai marinai di serrare le due vele ancora aperte mentre la Boudeuse iniziava a tirare sulla catena che dimostrava di aver aggrappato il fondale.
Di colpo, finita la manovra, il silenzio ha avvolto tutto. Un silenzio udibile, perchè amplificato dallo sciabordio delle piccole onde contro lo scafo. Buona parte dell'equipaggio ha dormito in coperta, nelle amache, carezzato dalla fresca e dolce aria tropicale.

Al mattino, dopo alcune ore dall'arrivo, sono stati messi in acqua i gommoni per visitare l'Ile Royale, dove si trovavano ai tempi la prigione principale e la sede delle guardie e dell'intendenza del Bagno. L'equipaggio si è diviso in turni in modo da avere sempre una squadra a bordo di almeno 4 persone in caso di necessità. Già questo primo approccio con la foresta è stato incredibilmente ricco di incontri: serpenti, lucertole enormi, caimani, pappagalli, scimmie chiassose, capibara, roditori e uccelli condividono una giungla ricchissima. Nella baia, intorno ai vecchi pontili di imbarco delle lance in legno, si aggiravano dei pescecane per nulla rassicurati. E' stato facile immaginare il terrore che ha provato Papillon quando è fuggito lasciandosi derivare nella corrente aggrappato ad una fragile zattera di noci di cocco tenute miseramente insieme da stoffe consunte e corde di fibra di palma.
La corrente in questa zona può raggiungere i 6 nodi e la marea è di oltre 3 metri. Il colore del mare va dal marrone al verde ed è così ricco di detriti fluviali che a dieci centimetri di profondità non vedete più la vostra mano immersa.

Nelle prime ore del pomeriggio l'equipaggio è rientrato a bordo e in poche decine di minuti si è preparato alla manovra. Infatti dalla torre di controllo di Cayenne ci annunciavano che il canale era sgombro e la marea in salita ci permetteva di entrare nel fiume oltrepassando la barra di sabbia che ostruisce normalmente l'ingresso. Quattro ore dopo ormeggiavamo al pontile comerciale e ricevevamo il benvenuto ufficiale delle autorità.

La sosta a Cayenne è durata solo 3 giorni, il tempo necessario ad organizzare la parte amministrativa della missione. Poi, ci siamo mossi verso Kourou, 40 miglia più a nord, dove abbiamo preso possesso del materiale da spedizione, ospiti del porto della base Spaziale Europea da dove avvengono i lanci dei missili Ariane. E' iniziato per l'equipaggio un periodo di addestramento alla vita nella foresta alternato a giornate di riposo. I nostri amici della Legione Straniera e i militari francesi di stanza in questo territorio ci hanno insegnato a marciare nel fango e a pagaiare su piroghe che a stento mantengono l'equilibrio sulle acque fangose dei fiumi amazzonici. Molto tempo è stato occupato nell'addestramento a lavorare in condizioni proibitive, sotto la pioggia costante, con il pericolo di morsi di serpenti, vermi che si infiltrano sotto la pelle e insetti che vi usano come nido per le loro uova. Anche lo sviluppo della capacità di orientamento nella giungla è stato uno dei problemi da risolvere. Ma quello che la foresta dà in cambio a chi sà affrontare questi disagi è unico e impagabile.

Dopo alcune settimane di preparazione dalla base di Kourou sono partite le missioni verso l'interno. L'equipaggio, completato dall'arrivo di una dozzina di scienziati ed esperti in varie discipline, ha iniziato le diverse spedizioni verso l'interno. Intanto alcuni marinai si sono attrezzati per compiere un rilievo foto-cartografico della costa guyanese. Queste fotografie, interfacciate con i dati satellitari e con altri rilievi cartografici, serviranno a creare una cartografia in 3D unica in Sud America.

Prossimamente vi racconterò delle singole missioni e di quello che è accaduto durante l'incontro con i cercatori d'oro clandestini. Questi uomini vivono nascosti nella foresta cercando di non farsi scovare dalle guardie e dall'esercito. Scavano e setacciano le acque dei fiumi e dei torrenti alla ricerca delle pepite e delle pagliuzze dello stesso oro che usavano gli Incas e gli altri popoli andini. Girano armati e sono difficili da avvicinare. E poi vi dirò come i nostri biologi e botanici hanno trovato oltre 30 specie sconosciute di piante nella sola prima settimana di ricerche.
Intanto a bordo la vita prosegue secondo la routine quotidiana, con le manutenzioni, le piccole feste a bordo, l'organizzazione dello shore team di appoggio a chi sta in missione e la preparazione delle prossime navigazioni.

A presto
Fil

Scrivi commento

Commenti: 0